Descrizione Progetto
Come uno tsunami, potente e devastante.
È così che numerosi operatori sanitari descrivono l’arrivo della pandemia sul territorio della Regione Lombardia. Il sistema era pronto a gestire una situazione del genere? No. Nessuno lo era. Ma a combattere in prima linea ci sono stati sin dal primo instante loro. Medici, infermieri, tecnici, operatori, soccorritori e tutti coloro che sono la linfa vitale del sistema sanitario.A lottare ogni giorno, a rispondere alle migliaia di chiamate di aiuto dei cittadini, a trasportare i pazienti verso gli ospedali, a curarli, accudirli, salvarli, – a volte, purtroppo – accompagnarli verso la morte, ma anche ad assistere ai risvegli dopo giorni di intubazione e a vedere l’inizio di una seconda vita, sono stati e sono sempre loro. Stanchi, provati psicologicamente, a volte pazienti loro stessi, ma anche coraggiosi, capaci, comprensivi ed estremamente ricchi di umanità. Il loro impegno, le loro capacità, ma anche le loro emozioni, vissuti e raccontati entrando in tutti i luoghi cruciali di quest’emergenza.
Una racconto che parte dalle Centrali operative del 112, del 118 e dal Numero unico attivato dalla Regione appositamente per l’emergenza Coronavirus. Passando dai Mezzi di Soccorso di Base, composti spesso da volontari, che hanno fatto la spola continua tra le abitazioni e i Pronto Soccorso. Entrando quindi negli ospedali (Ospedale Maggiore di Cremona, S.Gerardo di Monza, S. Paolo di Milano) colmi di pazienti Covid positivi, dove i reparti esistenti riservati alle Malattie Infettive e alle Terapie Intensive non erano assolutamente sufficienti a gestire il numero di assistiti, e hanno dovuto quindi riorganizzarsi, reinventarsi, svuotare e riconvertire altri reparti, spostare e assumere personale, acquistare macchinari, oltre che un’infinità di dispositivi di protezione individuale, che sembravano non essere mai sufficienti. Un progetto voluto e creato insieme ad AREU – l’Azienda Regionale Emergenza Urgenza della Lombardia che si occupa del Soccorso Sanitario all’interno del territorio regionale – che serva a lasciare traccia degli sforzi fatti dal sistema nel suo insieme, ma soprattutto dei sacrifici e dell’impegno di ogni singolo individuo che lo compone. Un cartello appeso sul vetro di una Rianimazione lombarda recitava così: “Alive inside”. “Vivi, all’interno”, ma anche “Vivi dentro”.Due parole che valgono di più di mille altre.
Le foto sono state realizzate tra il 23 marzo e il 12 maggio 2020.
Riproduzione Riservata © Martina Santimone